Arte Chirale: Alla scoperta della nuova stupefacente opera di Gonzalo Borondo

Spazio Chirale News   •   3 luglio, 2019

Il giovane artista spagnolo Gonzalo Borondo è senza ombra di dubbio il fenomeno emergente dal panorama della street art contemporanea che non smette di stupire pubblico e critica con una produzione visionaria e poliedrica.

Abbiamo già avuto l’opportunità di produrre la parte tecnologica di alcune sue opere complesse come Ubiquitas, dove la struttura di illuminazione delle lastre di vetro contribuiva a creare il senso del movimento della figura femminile che vi era raffigurata, per cui sapevamo di cosa è capace Borondo quando decide di utilizzare la luce come materia creativa.

Tuttavia, quando abbiamo ricevuto le specifiche per la nuova installazione in corso presso la città di Bordeaux non potevamo immaginare l’effetto finale che l’opera compiuta avrebbe avuto.

Sapevamo che la città di Bordeaux nell’ambito dell’iniziativa “Libertè! 2019” aveva affidato al suo genio l’intera trasformazione del tempio protestante di Chartrons costruito nel 1832 e abbandonato per oltre 30 anni, considerato da molti urbanisti uno dei simboli della resistenza architettonica della città francese.

I chilometri di strisce LED e i tre complessi sistemi di controllo a microcontrollore che abbiamo entusiasticamente realizzato basandoci solo su schizzi a matita realizzati al telefono parlando con i suoi assistenti, lasciavano presagire qualcosa di imponente, così come le prime segretissime immagini trapelate dal cantiere che procedeva a tappe forzate nei tre mesi di gestazione consentiti dai tempi del progetto.

In occasione dell’inaugurazione fissata per il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, abbiamo quindi deciso di chiudere il nostro Spazio Chirale e concederci una vacanza con tutto il nostro staff nella città francese, attratti anche dagli allevamenti di ostriche e dai numerosi Chateaux produttori di vini d’eccellenza, per il meritato riposo dopo aver lavorato anche noi con orari assurdi per rispettare le scadenze imposte dal calendario.

Opere di questo tipo richiedono investimenti importanti e nonostante il fatto che il Comune di Bordeaux avesse stanziato un budget per la realizzazione del progetto abbiamo comunque deciso di intervenire anche come sponsor cofinanziando parte dei costi per la componente tecnologica.

In questo modo ci siamo guadagnati il ruolo di main partner con tanto di logo “Chirale” stampato sulle numerose locandine che tappezzavano la città nei giorni precedenti l’evento di apertura.

Nella foto a sinistra è visibile l’entusiasmo infantile della nostra Presidente e del nostro Amministratore Delegato nel vedere il proprio brand esposto nelle vie centrali di Bordeaux

Con l’occasione, per rimanere in tema con l’arte figurativa e il disegno attraverso la luce, abbiamo portato con noi un discreto equipaggiamento in attrezzature per la fotografia analogica, tra cui una Rolleiflex biottica del 1958, una Nikon F dei primi anni ’60, una Leica Standard del 1936 e una quasi contemporanea Nikon F5, e ovviamente un discreto numero di rullini in pellicola, rigorosamente di tipo sperimentale.

Alle foto che avrebbero dovuto costituire il reportage di viaggio, e che corredano questo articolo, abbiamo destinato una Kodak Double X, la celebre pellicola cinematografica utilizzata ad Holliwood per le riprese in bianco e nero in fil come Memento, Kill Bill, Manhattan e Shindler’s List.

Assieme alle attrezzature fotografiche abbiamo anche portato con noi parte delle attrezzature di laboratorio che inevitabilmente sarebbero servite per le modifiche dell’ultimo minuto.

Ecco alcuni momenti degli ultimi ritocchi al firmware degli impianti prima di recarci nel cantiere per la preview riservata a stampa e partner.

Una volta giunti a Chartrons ed entrati nel Tempio siamo letteralmente rimasti a bocca aperta. La prima sensazione è stata quella di incredulità. Ogni angolo ed elemento del tempio era stato oggetto dell’intervento dell’artista.

Porte, atri, spazi, pareti, volta, pavimento, scale risultano reinterpretati e reinventati, a volte con pittura, a volte con installazioni.

L’Opera che si intitola MERCI è una mostra temporanea, che sarà distrutta a fine agosto, dove, come commentato da Art Vibes “il tema sembra essere l’inesorabile trasformazione della natura nel tempo, una natura da contemplare, un tempo sospeso che diventa ciclico, sensuale, impercettibile, multiplo”.

Il discorso artistico di Borondo è complesso e originale, nulla a che vedere con i temi classici e conosciuti della Urban Art.

Una mostra assolutamente da vedere, avete tempo fino a fine agosto 2019.

Preferiamo non anticiparvi nulla, sappiate solo che il materiale video e fotografico che già si trova in rete non rende giustizia alla monumentalità del progetto condotto da un team di artisti eccezionali, che oltre al geniale spagnolo, comprende autori affermati tra cui Fabrizio Cicero che ha curato proprio l’interazione luminosa.

Per questo vi lasciamo alle immagini dove sono ritratti i protagonisti di questa imponente produzione artigianale.