Come sopravvivere (e cambiare lavoro) nell’era delle Macchine Intelligenti?

Spazio Chirale Research   •   7 febbraio, 2023

Improvvisamente è arrivata!

Non è stata in realtà una vera sorpresa, se ne parlava da tempo, da alcuni anni per la verità.

Avremmo dovuto essere già abituati. La cosa non avrebbe dovuto fare notizia, e invece no. Eccola lì, nelle prime, seconde e terze pagine di tutti i giornali.

In questi giorni non si parla d’altro. L’Intelligenza Artificiale è qui, in mezzo a noi, ed ha un nome e una forma precisa. Si chiama ChatGPT.

Eppure come tecnologia l’Intelligenza Artificiale è già presente da diversi anni praticamente ovunque. Non vi siete accorti che da tempo i vostri smartphone scattano fotografie più belle? Non è che hanno solo sensori e lenti migliori, è l’Intelligenza Artificiale che scatta i selfie quando non abbiamo l’espressione da pesce lesso e sceglie tempi e diaframmi per ottenere colori e luci brillanti.

L’Intelligenza Artificiale è a bordo delle nostre automobili, gestisce le centraline, ottimizza i consumi, rende piacevoli i cambi automatici anche a noi italiani.

L’Intelligenza Artificiale sceglie le nostre playlist musicali, ci indirizza pubblicità mirata, garantisce che nella prima pagina di Google ci siano sempre i risultati che cerchiamo anche quando le nostre query sono ambigue, sceglie i percorsi stradali migliori quando usiamo il navigatore dello smartphone.

Perché allora ChatGPT ci stupisce e sorprende?

Perché parla?

Anche Siri e Alexa parlano, ma non abbiamo mai dedicato loro intere pagine di giornale.

Il fatto è che ChatGPT parla in modo diverso, sembra umana, si adatta meglio al contesto e sembra quasi cosciente.

Ma è veramente cosciente?

Esiste un test per stabilire se un’Intelligenza Artificiale è realmente cosciente? Possiamo sapere se siamo alle soglie di un mondo distopico dominato da Macchine che diventeranno Terminator o computer permalosi come HAL9000 di Odissea nello Spazio?

Un test esiste e si chiama Test di Turing e ChatGPT lo fallisce miseramente, tuttavia continua a stupirci per la sua efficacia.

Senza addentrarci nello spiegare cosa sia il test di Turing, lo trovate sul web, oppure chiedetelo direttamente a ChatGPT, basta scorrere la timeline di Facebook per leggere estratti di chat dove ChatGPT fa la figura del deficiente tratta in inganno dai prompt perfidi di coloro che vogliono dimostrare che ne sanno una più del diavolo e a questa storia dell’Intelligenza non ci credono.

Ecco, queste sono prove che il test di Turing non lo supererebbe, tuttavia resta uno strumento potente.

Usata bene, secondo le istruzioni del fabbricante, come per qualunque strumento tecnologico, i suoi risultati sono ottimi.

Scrive articoli in italiano corretto, chiari, sufficientemente corretti, e molto graditi dai motori di ricerca che premiano i siti web che pubblicano contenuti generati da Intelligenze Artificiali come ChatGPT portandoli nelle prime pagine dei risultati. Una manna per chi si occupa di SEO, cioè di ottimizzazione dei siti rispetto ai motori di ricerca.

Questa capacità è già sufficiente ad attentare al posto di lavoro di una pletora di sedicenti professionisti, normalmente già sottopagati, che si celano dietro qualifiche anglofone del tipo content creator, digital marketing specialist, content strategist e amenità simili.

E questa considerazione ci porta al cuore del vero problema.

ChatGPT è solo l’esempio più facile da vedere e comprendere del trend generale che caratterizza il periodo di attuale rivoluzione digitale.

La tecnologia digitale, figlia della rivoluzione microelettronica e della pervasività dei computer, ha superato un valore di soglia critico e ora sta tracimando, inondando il mondo di innovazioni ad un ritmo sempre più serrato.

La grande industria è già stata rivoluzionata, la piccola e media impresa è fortemente impattata dalle nuove tecnologie, il sistema scolastico sta per essere stravolto e il mondo del lavoro sta cambiando ad una velocità mai vista prima.

Improvvisamente sono salite alla ribalta, tutte insieme, tecnologie che erano in uno stato di attesa, avevano vissuto il loro momento di entusiasmo mediatico molti anni fa, ma poi erano quasi diventate il simbolo di un futuro che non c’è mai stato.

L’Intelligenza Artificiale era una di queste. Alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, cioè oltre 30 anni fa, il mondo dell’informatica era in attesa dell’imminente quinta generazione di computer, promessa dai giapponesi, computer intelligenti in grado di superare il test di Turing.

L’IA è diventata una tecnologia di interesse pratico solo ora, ma la stessa cosa è avvenuto per la Realtà Virtuale e per tante altre innovazioni che sono uscite dalla fase di ricerca, già lontane dalla fase di hype mediatico, incorporate nei sistemi e nelle macchine che alimentano la nuova rivoluzione industriale, che poi sarebbe la quarta dai tempi dell’invenzione della spoletta volante.

Un’altra di queste tecnologie è la stampa 3D, inventata oltre 30 anni fa, ha vissuto il suo periodo di entusiasmo mediatico tra il 2012 e il 2016 e poi?

Dove è finita la stampa 3D, che nel 2015 c’erano persone che pensavano di svoltare il proprio futuro aprendo un Fab Lab e acquistando stampanti 3D in kit di montaggio?

Le stampanti 3D erano ovunque in televisione.

Non abbiamo una stampante 3D in ogni casa, come incautamente profetizzato a suo tempo, ma oggi le stampanti 3D sono praticamente ovunque nel mondo dell’industria. Non fanno notizia perché l’hype mediatico stanca, ma da oggetti inutili e curiosi sono diventati strumenti perfetti nell’era della personalizzazione di massa, della produzione on-demand e delle supply chain stravolte dalla pandemia.

La stampa 3D è anche uno dei  fattori che sta favorendo lo sviluppo della robotica collaborativa, un settore in forte crescita destinato a rivoluzionare le piccole imprese e le imprese artigiane.

Non crediamo che nel prossimo futuro trascorreremo parte del nostro tempo nel Metaverso come narrato da Neal Stephenson nel suo romanzo cyberpunk Snow Crash, ma le tecnologie di realtà virtuale e soprattutto aumentata sono già nella grande e media industria.

Unity e Unreal sono due strumenti di sviluppo grafico 3D, nati nel settore dei videogame per offrire un “motore di rendering real time”  agli sviluppatori di giochi, sono oggi ampiamente usati nell’ambito dell’industria manifatturiera per la creazione dei cosiddetti gemelli digitali, cioè rappresentazioni CAD parametriche di macchine, impianti e intere fabbriche a scopo di simulazione e training.

La BMW ha completato nel 2021 la creazione di un gemello digitale per ciascuno dei 21 stabilimenti che possiede nel mondo.

Il quadro complessivo macroeconomico non è dei migliori. L’economia, in barba alle criticità e incertezze dovute ai ben noti scenari geopolitici, sembra mantenere un trend di decisa crescita.

I mercati sono percepiti come instabili, ma c’è un forte fermento. L’organizzazione delle aziende deve diventare sempre più efficiente e flessibile. Le nuove tecnologie sono un elemento cruciale per perseguire questi obiettivi.

Dopo un iniziale incremento dell’occupazione, causato dal rimbalzo post pandemia, il mercato del lavoro è diventato più incerto con un deciso aumento del precariato.

Per sopravvivere in questo scenario è necessario adeguarsi e soprattutto ridefinire le proprie competenze.

Il periodo attuale è definibile come un periodo di crisi permanente. Si tratta di uno stato cronico in cui le dinamiche tipiche delle crisi sono lo scenario di riferimento.

Le crisi possono avere effetti molto negativi sulla vita e il benessere delle persone ma possono anche offrire grandi opportunità.

È un dato di fatto, confermato dalla storia, che le nuove tecnologie creino più posti di lavoro di quanti ne distruggano.

Come affrontare questa situazione che è allo stesso tempo critica ma ricca di nuove opportunità?

La prima fondamentale risposta è: formazione. È importante investire sulla propria formazione. L’obiettivo è quello di acquisire nuove competenze.

Occorrono competenze nuove e solide sia nel campo delle cosiddette hard skill che soft skill.

Non a caso una parte importante dei piani nazionali di recovery e resilienza richiesti dalla Comunità Europea ai paesi membri riguarda la formazione e la scuola.

In Italia è in atto il Piano Scuola 4.0, capitolo importante del nostro PNRR. L’obiettivo è quello di trasformare l’intero sistema scolastico in senso digitale. È prevista la creazione di laboratori smart e la trasformazione di tutte le aule in ambienti innovativi di apprendimento.

Sul tema della formazione siamo particolarmente sensibili, perché una delle attività principali di Chirale è proprio l’erogazione di servizi di formazione avanzati sulle nuove tecnologie.

La nostra offerta di corsi è già da tempo all’avanguardia sui temi più importanti della transizione digitale. Attraverso contratti di partenariato strategico con Università, Accademie e Associazioni d’Impresa, ogni anno contribuiamo attivamente alla formazione di migliaia di persone, tra studenti, professionisti, dipendenti, artigiani e semplici cittadini.

La nostra piattaforma di Learning Management System, lanciata nel 2020 in piena pandemia, ha superato i 6.000 studenti iscritti.

I contenuti dei nostri corsi, sia in e-learning che in presenza, sono aggiornati su base mensile, e nonostante i soli due anni di età della nostra piattaforma, abbiamo ritenuto che lo scenario di mercato richiedesse un ulteriore salto in avanti.

Due anni possono sembrare pochi, ma nell’attuale contesto tecnologico rappresentano un’era geologica. Siamo già in pieno sviluppo per una nuova piattaforma che incorporerà le più recenti tecnologie nel settore del Learning Management System.

I requisiti di professionisti e imprese sono evoluti e le piattaforme LMS di nuova generazione devono offrire strumenti che accelerino lo sviluppo di competenze specialistiche ma anche di soft skill.

Con l’aiuto delle nuove tecnologie nel settore della produzione multimediale, dell’intelligenza artificiale e della cosiddetta gamification, stiamo sviluppando una nuova accademia dedicata a tutte le Arti Numeriche. Nel progetto abbiamo coinvolto le principali realtà innovative del nostro territorio e stiamo attualmente migrando ed arricchendo tutti i nostri contenuti.

Per tutti i corsi rilasceremo attestati intermedi e finali, sotto forma di Badge Digitali Verificabili, conformi allo standard internazionale Open Badge.

Contemporaneamente stiamo rivedendo il nostro modello di strutture laboratoriali e ambienti innovativi per l’apprendimento.

L’obiettivo è quello di rafforzare la presenza diretta presso i luoghi di residenza e lavoro.

I nuovi laboratori saranno sempre più simili allo Spazio Chirale di Garbatella, esperienza che ha mostrato la superiorità di ambienti immediatamente accessibili, con vetrine su strada.

La formazione in presenza diventa sempre di più un evento, visibile a tutto il pubblico. L’attività didattica, funzionale allo sviluppo di competenze per i partecipanti al corso, diventa anche un fattore di ispirazione per il territorio su cui si affaccia letteralmente la nostra vetrina.

Abbiamo abbandonato lo sviluppo di grandi laboratori concentrati ed isolati all’interno di aree pseudo industriali e spopolate, a favore di una distribuzione di spazi, di metratura equivalente, su più ambienti tematici direttamente su strada, alla stregua di un normale negozio. Luoghi in cui il pubblico può accedere bussando alla porta a vetri e chiedere informazioni, parlando anche con i clienti presenti oltre che con il nostro personale, senza la barriera artificiale dei siti web e dei centralini telefonici.

La tecnologia dei Ledwall, altra tecnologia che sta diventando omnipresente, arricchisce i nostri nuovi laboratori, contribuendo con il linguaggio impattante delle immagini alla diffusione dei messaggi e della cultura digitale.

In attesa del lancio della nuova piattaforma, previsto per la primavera 2023, per informazioni, potete passare a trovarci presso lo Spazio Chirale di Garbatella, il cui indirizzo lo trovate nella pagina contatti.