Maker Faire Rome 2018: Per la prima volta una lettura in chiave business

Spazio Chirale News   •   16 ottobre, 2018

Diciamo la verità, portare a Roma la Maker Faire non poteva essere un progetto facile, soprattutto con l’ambizione di renderla l’evento di riferimento del continente Europeo.

Facciamo un piccolo passo indietro e un po’ di storia.

Il movimento Maker nasce negli Stati Uniti all’inizio del nuovo millennio. Si tratta di un movimento di controcultura che affonda le sue radici nel movimento hacker degli anni ’90, hacker in senso letterale e positivo ovviamente, il movimento per intenderci del software libero che dietro la bandiera dell’Open Source ha rivoluzionato e democratizzato il mondo dei Sistemi Operativi.

Gli stessi concetti applicati al settore dell’hardware e dell’automazione industriale erano quindi portati avanti da una rete di nuovi hacker che applicavano le loro abilità al mondo fisico delle macchine di fabbricazione.

Il termine Maker è stato inventato poco dopo, dal nostro amico Dale Daugherty, giornalista, editore ed esponente attivo di quel nascente movimento. Il termine è stato attentamente ponderato con l’intento di distanziarsi dal termine hacker che oramai aveva assunto una connotazione negativa, erroneamente associato alle intrusioni illegali sui sistemi software, ma che nel contempo indicasse chiaramente il fatto che i makers costruiscono cose.

Il vero maker era colui che inventa oggetti e sistemi, spesso tecnologici, sovente bizzarri e inutili, con un intento che definiremmo artistico concettuale. Il maker costruisce cose perché è in grado di farlo.

Il nuovo termine diventa anche la base per il titolo di una testata giornalistica, Make:, i due punti fanno parte del nome, il titolo stesso della testata introduce al suo contenuto. Si sottintende che la domanda del lettore sia: “Cosa posso fare oggi?”.

Assieme al magazine viene ideato un formato per una sagra che sia autocelebrativa del movimento maker stesso: la Maker Faire, appunto.

La prima sagra della creatività e dell’ingegno dei nuovi hacker avviene a San Francisco, ancora oggi sede della più importante Maker Faire. Inventori, creativi, artisti e scienziati da tutto il continente americano affluiscono per mostrare e condividere le proprie bizzarre invenzioni, un mix tra un luna park e il Burning Man che tanto ricorda lo spirito maker delle sagre americane.

Il format, di proprietà della società editoriale di Dale Daugherty si estende prima in tutti gli states e successivamente nel resto del mondo. E’ un format che viene concesso in licenza, solitamente ad una community maker locale.

Nel 2012 oramai il movimento Maker è entrato nel mainstream culturale e gli economisti della presidenza Obama vedono nel movimento elementi di ispirazione per un nuovo rinascimento culturale e tecnologico dell’occidente.

La rete di Fab Lab, laboratori che anziché essere generici makerspace sono strutturati secondo un modello ideato niente po’ po’ di meno che dal MIT di Boston, viene indicata come l’alternativa alla grande industria manifatturiera robottizzata, un’opportunità per riportare la produzione industriale nelle western countries.

Nel 2012 con la forte sponsorship dell’Ambasciata Italiana degli Stati Uniti, viene favorita l’acquisizione della licenza per l’edizione Europea della Maker Faire dalla Camera di Commercio di Roma.

L’obiettivo è quello di portare un evento di ispirazione sul territorio italiano, favorendo l’aggregazione su iniziative istituzionali del movimento Maker Italiano e Romano che già allora era tra i più rilevanti su scala mondiale.

Utilizzare un evento nato come sagra autocelebrativa di una community planetaria che si identifica bene in eventi carnevaleschi dal sapore high tech come il Burning Man per rappresentare l’innovazione industriale e tecnologica in contesti formali come Camere di Commercio e associazioni imprenditoriali, capirete da soli che non è una cosa facile.

E infatti, terminato l’entusiasmo delle prime due edizioni 2013 e 2014, svolte rispettivamente al Palazzo delle Esposizioni dell’EUR e all’Auditorium di Roma, caratterizzate entrambe da un grande successo di pubblico e una forte partecipazione del movimento maker europeo, dal 2015 sono iniziati i primi attriti.

La terza edizione, svolta all’interno della Città Universitaria della Sapienza di Roma, è stata nuovamente un grande successo di pubblico, tanto che dal 2016 l’evento si svolgerà alla Nuova Fiera di Roma impegnando ben 7 padiglioni, ma ha lasciato dietro di sé una lunga scia di critiche.

Da un lato la parte più pura del movimento Maker contesta la curatela ritenendo la selezione dei progetti e soprattutto degli sponsor troppo business e generalista, dall’altro il mondo imprenditoriale non rileva effettivi elementi di interesse in quello che appare un grande bazar di tecnologie maker a basso costo con profusione di pupazzetti e vasetti stampati in 3D.

Nel frattempo, tuttavia, il pubblico pagante continua a crescere e l’organizzatore che oggi si chiama Innova Camera, Azienda Speciale della camera di Commercio di Roma, continua a svolgere un compito egregio fronteggiando difficoltà organizzative apparentemente insormontabili e portando a casa un indubbio successo anche nelle edizioni 2016 e 2017 a dispetto dell’intrinseca ambiguità del posizionamento di un evento che si pone come Fiera dell’Innovazione in ambito business ma è frequentata prevalentemente da famiglie in cerca di curiosità e divertimento.

Nel frattempo il movimento Maker romano e Italiano è cresciuto ma soprattutto è evoluto.

Dai Fab Lab della rete “fablabroma” sono nati spin-off imprenditoriali importanti e di successo. Noi stessi costituiamo un valido esempio, e laddove lo spirito creativo e impertinente delle origini non è andato perduto, si assiste ad una generazione di nuovi imprenditori capaci di canalizzare le energie e l’inventiva verso prodotti e servizi che possano apportare innovazione sociale e favorire lo sviluppo dei propri territori.

Nell’edizione di quest’anno, la quinta Maker Faire Europea, per la prima volta sono apparsi elementi che lasciano sperare che il progetto iniziato nel 2013 sia sul giusto binario.

Un esempio per tutti, l’area “New Manufacturing” curata dalla CNA Nazionale all’interno del Padiglione 4, dove anche noi di Spazio Chirale eravamo presenti come espositori e abbiamo contribuito assieme alla nostra Associazione CNA Roma a gestirne la curatela.

Per la prima volta, siamo riusciti a raccontare una storia. La storia di come tecnologie e processi nati dalla cultura maker possano migliorare le performance delle piccole e medie imprese e delle micro imprese artigiane.

Dalla falegnameria che fa uso di processi messi a punto nei Fab Lab per innovare tramite resine epossidiche e macchine digitali il design dei propri manufatti, all’azienda che è in grado di allestire in brevissimo tempo set cinematografici e teatrali, di qualunque stile ed epoca storica, grazie alla fabbricazione digitale, passando per il negozio vintage che noleggia abiti e costumi di scena rivitalizzati e resi innovativi attraverso l’elettronica wearable e interattiva.

Per la prima volta imprenditori grandi e piccoli facevano la fila presso gli stand attratti dall’esposizione, non di bizzarre creazioni maker, ma di veri e propri processi produttivi, di cui a distanza ne identificavano l’attinenza con la propria attività e cultura professionale.

Molti erano in fiera con la famiglia e con i bambini e restavano sorpresi dallo scoprire inaspettati elementi di interesse per il proprio lavoro.

Che questa sia la strada giusta per il format romano della Maker Faire ce lo ha confermato il ringraziamento di una visitatrice che, soddisfatta, ci ha detto che l’area da noi curata forniva la chiave di lettura per comprendere a cosa realmente possano servire in un contesto industriale tutte le bizzarre tecnologie che si vedono nel resto della fiera.

Sono stati tre giorni massacranti per il nostro staff, ma di grande soddisfazione.

Un ringraziamento particolare ai nostri ragazzi che hanno lavorato senza sosta nell’accoglienza e gestione del pubblico, alla CNA Nazionale e alla CNA Roma per l’ottimo lavoro di organizzazione  e gestione dell’area progettata e realizzata a tempi record, e naturalmente alla Direzione e a tutto lo staff di Innova Camera che ha reso possibile questa grande kermesse.